Luciano Lama (1921)
Luciano Lama nasce nel 1921 a Gambettola, in provincia di Cesena, e compie studi
in scienze sociali. Nel 1941 viene chiamato sotto le armi come sottotenente di
fanteria a Cesena. Trascorsi soli due anni, dopo l'8 settembre, è al comando di
una Brigata Garibaldi e nel settembre 1944 è alla testa dei partigiani che
liberano Forlì dall'occupazione tedesca e fascista. Di idee socialiste, aderisce
al Psi e diviene responsabile della Camera del Lavoro di Forlì. Nel 1946
abbandona il Psi, prende la tessera del Partito Comunista Italiano e inizia la
sua la carriera sindacale all'interno della Cgil. Nel 1947 è uno dei
vicesegretari del leader storico Giuseppe Di Vittorio. Sono anni di duro scontro
politico e l'unità sindacale faticosamente, si è sciolta come neve al sole
quando nell'estate '48, dopo l'attentato a Palmiro Togliatti, i democristiani, i
socialdemocratici e i repubblicani abbandonano il sindacato unitario per dare
vita a proprie organizzazioni autonome, rispettivamente la Libera Cgl (poi Cisl)
da parte dei cattolici e la Uil da parte dei saragattiani e dei repubblicani. La
distensione internazionale e l'apertura a sinistra iniziata da Fanfani e Moro
dopo i tragici giorni del giugno e luglio 1960 (governo Tambroni - morti e
feriti in varie città d'Italia) contribuirà a migliorare il clima anche
all'interno del sindacato: le tre organizzazioni, Cgil, Cisl e Uil, cominceranno
ad agire in un'ottica unitaria. Nel 1962 diviene segretario generale della Cgil.
Il 24 luglio 1972 si arriva ad un patto federativo tra Cgil, Cisl e Uil. Tale
soluzione, che a molti pare un palliativo di fronte all'impossibilità di
giungere ad un sindacato unico, è faticosamente raggiunta grazie all'opera di
uomini, oltre che lo stesso Lama, come Carniti, Macario, Trentin, Foa e
Benvenuto. I sindacati sono in prima linea nella difesa della democrazia
repubblicana nell'Italia degli anni di piombo. Molti anni prima di Tangentopoli
uomini come Lama e Berlinguer denunciavano, le disfunzioni e le corruzioni che
avvenivano in Italia, piaghe profonde nella nostra società che avrebbero potuto
minare le stesse radici della nostra democrazia. Nel 1975 Lama firma con il
presidente della Confindustria Gianni Agnelli l'accordo sul punto unico di
contingenza della scala mobile. Il 17 febbraio 1977 viene duramente contestato
presso l'università di Roma. Siamo alle soglie del terrorismo armato che
raggiungerà il culmine nel 1978, con il rapimento e l'omicidio dell'on. Aldo
Moro. Anche allora Lama e il sindacato furono in prima linea nella difesa dello
stato. Negli anni '80 terminava l'emergenza terrorismo e anche l'azione unitaria
del sindacato. Nel 1984 muore il segretario comunista Enrico Berlinguer e molti
pensano a Lama come nuovo leader di Botteghe Oscure. Verrà invece eletto
Alessandro Natta: Luciano Lama aveva sia le capacità, sia il carisma per
succedere a Berlinguer, ma era ritenuto troppo "debole" nei confronti del Psi di
Craxi. Lama dentro il Pci apparteneva all'ala riformista di cui, dopo la
scomparso di Amendola, sarà, con Giorgio Napolitano, Emanuele Macaluso e Gerardo
Chiaromonte, uno dei massimi esponenti. Nel 1986 abbandona il sindacato e l'anno
successivo viene eletto al Senato nelle liste comuniste. Iscritto al gruppo
comunista e poi, dal 1991, a quello del neonato Partito Democratico della
Sinistra, della cui nascita fu sostenitore e fautore, ricoprì l'importante
incarico di Vicepresidente del Senato. Venne rieletto nel 1992. Dal 1994 non si
ripresenta più al corpo elettorale. Venerdì 31 maggio 1996, a poche settimane
dopo la vittoria, per la prima volta, del centrosinistra alle elezioni
legislative tenutesi il 21 aprile, Luciano Lama muore, a Roma.
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