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Alessandro Manzoni (1785 - 1873)

Figlio del conte Pietro Manzoni e di Giulia Beccaria (il nonno materno era Pietro Beccaria, uno dei più insigni illuministi lombardi), Alessandro studiò in collegi religiosi. Nel frattempo la madre si era separata dal marito ed era andata a vivere a Parigi con Carlo Imbonati, un altro nobile lombardo.
A vent'anni Alessandro la raggiunse là, poco dopo la morte dell'Imbonati, restandovi fino al 1810. Qui frequentò gli ambienti culturali più vivaci ed in particolare i cosiddetti "ideologues", gli eredi dell'Illuminismo.
Nel 1808 sposò Enrichetta Blondel, figlia di un banchiere ginevrino, calvinista. Ella però si convertì ben presto al cattolicesimo e Alessandro con lei (1810).
In quell'anno la coppia rientrò definitivamente in Italia ed iniziò per Alessandro il periodo più intenso della sua attività creativa, accompagnato da un radicale cambiamento nella poetica. Questo portò alla composizione degli Inni Sacri (Il Natale, La Passione, La Resurrezione, Il nome di Maria, 1812-15; La Pentecoste, 1822), delle Poesie Civili (Aprile 1814, 1814; Marzo 1821, Il cinque maggio, 1821) e delle tragedie Il conte di Carmagnola (1820) e Adelchi (1822), testimonianza di una piena adesione al romanticismo (lettera a M. d'Azeglio Sul romanticismo, 1923).
Manzoni aveva intanto definito la sua posizione di cattolico liberale, partecipando al dibattito che si era aperto a Milano sul Romanticismo anche con alcuni scritti teorici. Nacque in questo clima anche il suo fondamentale romanzo, I promessi sposi.
Alla salute malferma (soffriva di gravi disturbi nervosi) si aggiunsero gravi lutti: nel 1833 morì la moglie e nel 1841 l'amatissima madre. Gli premorirono anche la seconda moglie, Teresa Borri, e sei figli.
In quegli anni, ormai famoso e tenuto in grande considerazione, si dedicò ad opere di saggistica di vario argomento.
Morì a Milano nel 1873.


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