
![]() ![]() ![]() Lalla Romano nasce nel 1906 a Demonte (Cuneo). Frequenta con Cesare Pavese la facoltà di Lettere dell'Università di Torino. In quegli anni frequenta gli studi dei pittori Guarlotti e Casorati e si occupa di critica d'arte. Trasferitasi col figlio e il marito a Torino, insegna storia dell'arte, continuando a coltivare la sua passione per la poesia e la pittura. I suoi quadri vengono esposti in diverse mostre; il giudizio positivo espresso da Eugenio Montale su alcuni suoi versi nel 1941 la incoraggia a pubblicare Fiore, la sua prima raccolta di poesie. Durante la guerra torna a vivere presso la madre a Cuneo, partecipando alla lotta partigiana di "Giustizia e Libertà" e aderendo al Partito d'Azione. Nel dopoguerra lascia definitivamente la pittura per dedicarsi esclusivamente alla scrittura, rivelandosi subito una grande narratrice. Incoraggiata dal giudizio di Pavese, di N. Ginzburg e di E. Vittorini, nel 1953 dr alle stampe il suo primo romanzo Maria, che ottiene, grazie all'elogio di Montale sul "Corriere della Sera", un notevole successo di critica. Nel 1961 ritorna a Demonte e inizia la stesura del suo quarto romanzo, La penombra che abbiamo attraversato, con cui nel 1964 si rivela al grande pubblico. Nel 1969, dopo quattro anni di intenso lavoro, pubblica Le parole tra noi leggere, il suo romanzo di maggior successo. Ed è proprio un verso tratto da una poesia d'amore di Montale - («...le parole / tra noi leggere cadono. Ti guardo/ in un molle riverbero») - a dare il titolo a quest'opera, nata dal suo intenso ma difficile rapporto col figlio. In questo testo, l'autrice-madre raccoglie, commenta e giudica alla luce della realtr presente indizi e prove per ricostruire «per strati» il figlio sfuggente ed «ermetico» e comprendere le ragioni del conflitto e dell'incomunicabilitr tra loro. Nel '73 pubblica un nuovo romanzo, L'ospite, sempre di natura autobiografica - "Scrivere vuol dire scrivere di sé, in modo piu o meno dichiarato" - e inizia a collaborare a "Il Giorno". Il suo stile, impalpabile ma estremamente reale, si concretizza nella fisicità delle cose osservate come pittrice e fotografa che ha vissuto in prima persona quanto narrato. Quelle verità e falsità che per Lalla Romano erano l'unico metro del vero scrittore. Sulla qualità di un'opera diceva sempre: "Un libro è buono se è vero, non nel senso che vi si raccontino fatti realmente accaduti ma, piuttosto, se è sincero, autentico, necessario a chi scrive, non costruito, sofisticato, finto come, purtroppo, sono molti". Negli ultimi anni ha pubblicato Le lune di Hvar (1991), Ho sognato l'Ospedale (1995), In vacanza col buon samaritano (1997), L'eterno presente. Conversazione con Antonio Ria (1998), Dall'ombra (1999). Dopo una lunga lotta contro la malattia e la cecità, il 26 giugno 2001 muore a Milano a 95 anni. |
links: - Le parole tra noi leggere - Lalla Romano, scrittrice della memoria - da "La Repubblica" |
as palavras são importantes se forem poucas |