
![]() Poeta e prosatore. Lavorò in un'industria di Genova, partecipò alla prima guerra mondiale e, dopo essersi dedicato all'insegnamento, si ritirò a Spotorno per scrivere poesie e occuparsi dei licheni, di cui fu studioso di fama internazionale. Resine (1911) segna l'esordio poetico. Collaboratore di La Voce e Lacerba, su cui pubblicò i primi versi, è una delle personalità più interessanti della cosiddetta 'scuola ligure', che riprese la poetica vociana del frammento e anticipò molti aspetti dell'ermetismo. I suoi scritti in prosa sono un correlativo della produzione in versi, a partire da Trucioli (1914-1918) (1920) e da Fuochi fatui (1956) fino a Scampoli (1960) e Cartoline in franchigia (1966). Come la poesia, la prosa evoca l'estraneità del poeta dal mondo, disegnata con un linguaggio asciutto e con immagini sempre memori della sua Liguria, scabra e bruciata, di cui si ricorderà Eugenio Montale. Tra le sue altre opere in versi ricordiamo: Pianissimo (1914); Rimanenze (1955); Primizie (1958). Fu anche apprezzato traduttore dal greco, dall'inglese e dal francese. |
dint\'la vòida l\'è cumpàgn ad ch\'e tram, quand ch\'at mèt disdòi l\'è e capulènea |
l\'amigh l\'è unquèl te cumpagnìa ad cò t\'aputrìa sté zètt |
sulment quel c\'un\'s pega a costa |