Marlon Brando (1924-2004)
Nasce a Omaha, in Nebraska, il 3 aprile del 1924. Figlio di un fabbricante di
prodotti chimici di origine francese (il cognome Brando deriva dal francese
Brandeau) e dell'attrice Dorothy Pennebaker che, in qualità di direttrice della
Omaha Community Playhouse, incoraggia Henry Fonda all'inizio della carriera.
Frequenta l'Accademia militare del Minnesota e nel 1943 si iscrive alla Nuova
scuola per la ricerca sociale. Debutta sulle scene con una compagnia di Long
Island mentre frequenta corsi di danza con Katherine Dunham. Fondamentale è il
suo incontro con l'Actor's studio.
Nel 1947, sotto la direzione di Elia Kazan, nella messa in scena di «Un tram che
si chiama desiderio» (A streetcar named desire) di Tennessee Williams è il
protagonista Stanley Kowalski. Durante le repliche Brando cambia le battute di
Williams ma lo scrittore, chiamato dalla produzione, rimane tanto strabiliato
dall'interpretazione dell'attore da lasciargli carta bianca.
Nel 1950 appare per la prima volta sul grande schermo con «Uomini - Il mio corpo
t'appartiene» (The men) di Fred Zimmerman e già da questa prima pellicola Brando
si impone, con i suoi silenzi e il suo metodo di recitazione, con la personalità
scostante e brusca tipica dei suoi personaggi.
È il primo attore seguace del «metodo Stanislavsky» a diventare un mito del
cinema, si potrebbe quasi definire come il «metodo» personificato. Per
interpretare «Il selvaggio» (The wild one) nel 1953, frequenta bande giovanili
come quelle del film e finisce addirittura in prigione per una notte.
Durante il provino per «Il Padrino» (The Godfather) di Francis Ford Coppola,
improvvisa il trucco perfetto per Don Vito Corleone: i capelli tenuti indietro
con la brillantina, le guance, imbottite di kleenex, e la fronte sfumata con il
lucido da scarpe.
Appare in due film italiani: «Queimada» di Gillo Pontecorvo nel 1970 ed «Ultimo
tango a Parigi» di Bernardo Bertolucci (1972). Unica esperienza da regista, la
direzione del film western «I due volti della vendetta» (One-eyed Jack).
Due gli Oscar: uno per «Fronte del porto» (On the waterfront) di Elia Kazan nel
1954 ed uno per «Il Padrino» (The Godfather) di F.F. Coppola, nel 1973, che fa
ritirare da una giovane apache per spiegare il suo rifiuto politico del premio,
vista la discriminazione di Hollywood verso i nativi americani.
Nella sua vita privata, tre matrimoni e sette figli, di cui il maggiore,
Christian, nel 1990 condannato a dieci anni di carcere per aver ucciso l'amante
della sorellastra Cheyenne, la quale, dopo due tentativi falliti, si suicida nel
1995.
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