Esopo (VI secolo a.C.)
Favolista greco. Secondo la tradizione sarebbe stato trace o frigio di nascita, e di condizione servile. La tradizione attribuisce un corpus di favole, raccolte per la prima volta da Demetrio Falereo (sec. IV a.C.) e ampliato nel corso dei secoli; la redazione giuntaci, opera di Massimo Planude (sec. XIII-XIV), comprende circa 500 favole. Già Erodoto lo conosceva e Aristofane attestò la sua fama nel V secolo, ad Atene, dove le sue favole erano usate come primo libro scolastico. La raccolta di favole esopiche giunta fino a noi non è quella originale, ma l'esito di redazioni tardive, probabilmente dei primi secoli dell'era volgare. La struttura dei testi è estremamente semplice e consiste nella narrazione di un episodio che ha come protagonisti degli animali, ciascuno dei quali con caratteristiche costanti: la volpe è sempre astuta, il lupo ingordo, il montone stupido e così via; il confronto tra i personaggi produce sempre un vincitore, uno sconfitto e una semplice morale. Grazia e spontaneità sono le principali doti di questi brevi componimenti che, molto popolari nell'antichità, furono a lungo utilizzati come prima lettura nelle scuole. Per trovare maggior profondità e finezza psicologica occorrerà aspettare i continuatori del genere, da Fedro a Jean de La Fontaine. Una biografia romanzesca di E. era già nota nel sec. V a.C. (Romanzo di Esopo).
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