Anacarsi (499-428 a.C.)
Anacarsi era un filosofo Scita che partì dalla sua terra natale, sulle rive
settentrionali del Mar Nero, verso Atene agli inizi del VI secolo a. C. e si
rese celebre come "barbaro" schietto e franco, apparentemente un precursore
della corrente Scettica e Cinica, nonostante nessuna opera di questo autore sia
pervenuta a noi.
Anacarsi era mezzo greco e figlio di un capo scita, proveniva da un misto di
cultura ellenica. Possedeva la capacità innata di vedere l'illogicità delle cose
comuni. Le sue argomentazioni erano spicce e strambe, e Solone e gli ateniesi lo
considerarono immediatamente un filosofo naturale. I suoi discorsi liberi e
salaci divennero proverbiali tra gli ateniesi come "Discorsi Sciti".
Anacarsi fu il primo straniero a ricevere i privilegi della cittadinanza
ateniese. Fu accolto nella cerchia dei Sette Saggi di Atene, e si dice che fosse
stato iniziato ai Misteri Eleusini della Grande Dea, un privilegio negato a
coloro i quali non parlavano un greco fluente.
Il libro in cui faceva un parallelo tra le leggi degli sciti con quelle dei
greci è andato perduto. Fu lui a paragonare le leggi alle ragnatele, che
catturano le piccole mosche e lasciano scappare vespe e calabroni.
Esortava la moderazione in ogni cosa, dicendo che il vino genera tre grappoli
d'uva: il primo vino dà piacere; il secondo ebbrezza; il terzo disgusto. Di
conseguenza divenne una sorta di emblema per gli ateniesi, che scrissero sulle
statue a lui dedicate: "Frenate le vostre lingue, i vostri appetiti, le vostre
passioni". |