Tacito (P. Cornelius Tacitus) (55 d.C. ?-120 d.C.?)
Publio (o Gaio?) Cornelio Tacito, forse il massimo esponente della storiografia
latina, nacque attorno all'anno 55 d.C. da una famiglia agiata di rango
equestre, probabilmente in Gallia Narbonese (o forse in una città dell'Italia
centro-settentrionale). Studiò oratoria a Roma e intraprese la carriera politica
a partire dal principato di Vespasiano, arrivando a coprire tutte le cariche
principali del cursus senatorio (senatore, questore, pretore, console). Attorno
al 77 d.C. sposò la figlia di Gn. Giulio Agricola, comandante militare della
Gallia Narbonese e, da segnalare, è l'amicizia stretta con Plinio il Giovane.
Dopo la morte dell'imperatore Domiziano (96 d.C.) si dedicò (salvo la parentesi
del suo ultimo incarico politico svolto fuori Roma come proconsole della
provincia d'Asia nel 112-113 d.C.) esclusivamente all'attività letteraria e più
precisamente agli studi storici.
La sua prima opera, De vitae Agricolae, del 198 d.C., è una sorta di opuscolo
che, nato coll'intento di narrare la vita del suocero e le sue imprese militari
compiute in Britannia, diventa quasi un panegirico encomiastico di Agricola, del
quale si esaltano le virtù, senza dimenticare la sottintesa denigrazione
politica nei confronti di Domiziano. Se in quest'ultima opera, accanto alla
narrazione storica, trovano spazio alcune digressioni etnografiche, la Germania
(scritta probabilmente nello stesso anno) è un vero scritto di geografia ed
etnografia, descrivendo quella regione e quei popoli che proprio in quel momento
Traiano si trovava a fronteggiare; intento pratico e didascalico, ma anche
critica sottile all'evoluta e degenerata società romana se confrontata con
l'ingenua ma vitale società primitiva dei Germani, sono alla base di
quest'opera.
Il progetto di un'opera prettamente storica prende corpo con la stesura delle
Historiae (100-110 d.C.), di cui rimangono solo pochi libri, le quali
comprendono la narrazione degli eventi dal regno di Galba fino alla fine,
presumibilmente, del principato di Domiziano. Con un ritmo vario ed incalzante
ed una sintassi spesso disarticolata, Tacito descrive qui gli avvenimenti con
rigore filologico ma anche con una certa vena drammatica e con forte
caratterizzazione dei personaggi.
Gli Annales, composti dopo le Historiae e anch'essi giunti a noi incompleti,
sono invece il resoconto storico che va dall'inizio della forma del principato
con l'imperatore Augusto fino a Nerone; si accentua qui la drammatizzazione,
morale e psicologica, dei personaggi ed in particolare degli imperatori, motori
della realtà storica che, nonostante un certo pessimismo, l'autore ritiene
necessario accettare.
Dubbia, infine, è l'attribuzione a Tacito del Dialogus de oratoribus, un'opera
filosofica sulla decadenza dell'oratoria, scritto alla maniera dei dialoghi
ciceroniani.
La sua morte avvenne dopo il 117 d.C.
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