NICCOLÒ TOMMASEO (1802-1874) Nato a Sebenico in Dalmazia nel 1802 da una famiglia di commercianti, compì gli studi giuridici presso l'Università di Padova, iniziando a collaborare con alcune imprese giornalistiche venete. A Rovereto si legò in amicizia con Antonio Rosmini; a Milano, poi, conobbe Alessandro Manzoni, verso il quale avrebbe nutrito sempre una grande stima. Dal 1827 al 1834 soggiornò a Firenze per collaborare all'"Antologia" curata da Giovan Pietro Viesseux, dando un contributo decisivo alla parte letteraria e politica della rivista. Durante la permanenza fiorentina pubblicò, nel 1830, il Nuovo Dizionario de' Sinonimi della lingua italiana, che lo avrebbe reso famoso. Nel 1833 l'"Antologia" venne chiusa dalla censura granducale, e Tommaseo decise di abbondare la Toscana per l'esilio in Francia e poi in Corsica. Durante questo periodo diede alle stampe lo scritto politico Dell'Italia (1835), poi il suo primo volume di versi, Confessioni (1836), il racconto storico Il Duca di Atene (1837) e il Commento alla Divina Commedia (1837). Nel 1840 si stabilì a Venezia, intensificando il proprio impegno politico, senza perciò abbandonare la produzione editoriale; sempre del 1840 è il romanzo Fede e bellezza, scritto ad Ajaccio, cui fecero seguito i Canti popolari toscani corsi illirici greci (1841-1842). Dopo le insurrezioni antiasburgiche del '48 fu investito della carica di Ministro della Pubblica Istruzione del governo provvisorio della Repubblica di S. Marco. Caduta la repubblica veneta, fu costretto a rifugiarsi a Corfù e quindi a Torino, dove rimase fino al 1857, dedicandosi alla stesura del Dizionario della lingua italiana. Tornò a Firenze nel 1859, conducendo un'esistenza appartata, interamente votata allo studio, e rifiutando anche la nomina a senatore. Qui morì nel 1874. |
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